Marketing degli odori, cos’è?

L’utilizzo degli odori nella comunicazione di marketing è una strategia relativamente nuova che sta attirando sempre più l’attenzione delle aziende.

 

Case study: Volkswagen

Marketing degli odori, un esempio è rappresentato da Volkswagen che, nel 2012, ha lanciato una campagna di marketing basata sull’olfatto per promuovere la sua nuova Golf.

La campagna, chiamata “The scent of Volkswagen”, aveva come obiettivo quello di creare un’associazione positiva tra la nuova Golf e l’odore della freschezza e della pulizia. Per raggiungere questo scopo, Volkswagen ha collaborato con un esperto in fragranze per creare un profumo personalizzato che è stato diffuso nei suoi showroom e nelle sue pubblicità.

Inoltre, Volkswagen ha distribuito dei campioni del profumo ai suoi clienti e ha anche offerto una boccetta del profumo come regalo con l’acquisto di una nuova Golf. Questa campagna ha avuto un grande successo e ha contribuito a creare un’immagine positiva e distintiva per la nuova Golf.

L’utilizzo degli odori nella comunicazione di marketing è un modo efficace per creare un’associazione positiva tra un prodotto e un’emozione o un’immagine. Gli odori hanno un forte potere evocativo e sono in grado di suscitare ricordi e associazioni profonde nella mente delle persone.

Inoltre, l’olfatto è un senso molto personale e privato, il che significa che le associazioni create attraverso gli odori sono molto personali e difficili da duplicare da parte dei concorrenti. Questo rende l’utilizzo degli odori nella comunicazione di marketing un’opportunità unica per le aziende di differenziarsi dalla concorrenza e di creare un’immagine forte e distintiva per i loro prodotti.

In conclusione, la campagna di Volkswagen “The scent of Volkswagen” è un esempio efficace di come l’utilizzo degli odori nella comunicazione di marketing possa aiutare a creare un’associazione positiva tra un prodotto e un’immagine o un’emozione.

 

Brand famosi che usano il marketing degli odori:

  • Calzedonia: utilizza essenze di vaniglia e di cacao nei suoi negozi per creare un’atmosfera accogliente e invitante per i clienti.
  • IKEA: utilizza fragranze floreali e legnose nei suoi negozi per creare un’atmosfera accogliente e rilassante.
  • Glade: utilizza diversi profumi nei suoi prodotti per la pulizia della casa per creare un’atmosfera accogliente e invitante nell’ambiente domestico.

Queste sono solo alcune delle tante aziende che utilizzano il marketing degli odori per creare un’immagine positiva e distintiva per i loro marchio. Con l’aumento della consapevolezza degli effetti degli odori sulla percezione delle persone, è probabile che vedremo sempre più brand utilizzare questa strategia nelle campagne di marketing.

 

Marketing degli odori per piccoli business

 

Il marketing degli odori può essere utilizzato da piccoli business per creare un’esperienza piacevole e memorabile per i clienti. Ecco alcuni modi in cui i piccoli business possono utilizzare gli odori per il loro vantaggio:

  1. Profumi per negozi: i piccoli negozi possono utilizzare profumi specifici per creare un’atmosfera accogliente e distintiva. Ad esempio, un negozio di articoli per la casa potrebbe utilizzare un profumo di pulito e fresco, mentre un negozio di dolci potrebbe utilizzare un aroma dolce e invitante.
  2. Aromaterapia per spa e saloni di bellezza: i piccoli spa e saloni di bellezza possono utilizzare gli aromi per creare un’atmosfera rilassante e rinfrescante per i loro clienti. Ad esempio, potrebbero utilizzare oli essenziali di lavanda per calmare i clienti prima di un trattamento di bellezza.
  3. Profumi per ristoranti: i ristoranti possono utilizzare profumi specifici per creare un’atmosfera piacevole e distintiva. Ad esempio, un ristorante mediterraneo potrebbe utilizzare profumi di spezie, mentre un ristorante giapponese potrebbe utilizzare profumi di tè verde.
  4. Aromi per la pulizia: i piccoli business possono utilizzare profumi di pulizia per creare un’atmosfera pulita e igienica per i loro clienti. Ad esempio, una palestra potrebbe utilizzare un profumo di pulito e fresco per incoraggiare i clienti a utilizzare i loro servizi.

In conclusione, il marketing degli odori può essere un potente strumento per i piccoli business per creare un’esperienza piacevole e memorabile per i loro clienti. Gli odori possono aiutare a creare un’atmosfera distintiva e accogliente e a migliorare l’esperienza del cliente.

 

 

 

Perché si finge sui social?

Perché non si mostra mai la vulnerabilità, la fragilità facendoci sembrare sempre sicuri, perfetti e con vite da sogno?

La vita, quella di tutti, non è sempre perfetta!

Ecco quindi, lo so fa un po’ impressione leggerlo, alcuni dei numerosi vantaggi dell’essere sé stessi sui social:

1. Attirare i tuoi simili
Essere sé stessi sui social network è importante per diversi motivi.
In primo luogo, mostrare la propria vera identità aiuta a costruire relazioni autentiche con gli altri utenti.
Quando si condivide la propria personalità, si attraggono persone che hanno interessi e valori simili ai propri, creando così una comunità di supporto online.

Se vogliamo creare dei legami, anche a fini lavorativi, è necessario essere autentici per attirare persone con le quali la sintonia può realmente trasformarsi in connessione!

2. Eliminare la pressione
Inoltre, essere se stessi sui social aiuta a evitare la pressione di adattarsi a un’immagine falsa o peggio di cercare di piacere a tutti. Chi cerca questo tipo di notorietà, svolge un’attività estenuante che alla fine può portare a confronti o conflitti con gli altri utenti.

Perché si sa, le bugie hanno le gambe corte e prima o poi si verrà a sapere! Al contrario, mostrando la vera personalità, si attraggono solo coloro che apprezzano e ci accettano.

3. Promuovere la diversità
Essere se stessi sui social può inoltre aiutare a promuovere la diversità e la comprensione. Quando gli utenti condividono la propria cultura, opinioni e identità, si crea un ambiente inclusivo e accettante per tutti. Questo può anche aiutare a combattere la discriminazione e a incoraggiare una maggiore comprensione e rispetto per le differenze.

4. È psicologicamente sostenibile
Infine, essere se stessi sui social aiuta a mantenere una salute mentale positiva. Costruire un’immagine falsa può essere stressante e può portare a sensi di inadeguatezza o insicurezza.

Al contrario, mostrando la propria identità e ricevendo accettazione e supporto dagli altri, può aumentare l’autostima e la sicurezza in se stessi.

In conclusione, essere se stessi sui social network è importante per costruire relazioni autentiche, evitare la pressione di adattarsi a un’immagine falsa, promuovere la diversità e la comprensione nella società e, cosa più importante di tutte, mantenere una salute mentale positiva. Siate fieri di mostrare la vostra vera personalità e di essere autentici sui social.

 

Quali sono quindi le 5 regole per mostrarsi “correttamente” sui social?

Per essere te stesso sui social network, puoi seguire questi consigli:

1. Come già detto, la prima cosa da fare è essere autentico: non cercare di essere qualcun altro o di apparire come qualcuno che non sei. Sii te stesso e condividi ciò che ti piace e ti rappresenta. Se vuoi piacere a tutti perderai la cosa più importante, te stesso!

2. Mantieni un equilibrio: se il tuo profilo è business oriented, ricorda di mettere l’accento sulla professionalità e, quando condividi contenuti personali, chiediti se possono ledere alla tua immagine lavorativa.

3. Questa regola non viene seguita spesso eppure è fondamentale. Sii positivo: evita di pubblicare messaggi negativi o commenti offensivi. Mantieni un atteggiamento positivo e costruttivo.

In pratica se attraversi un momento negativo puoi condividerlo con la community ma sempre equilibrando il rispetto per te stesso e per gli altri.

Per intenderci ho visto di tutto: persone che dopo una rottura hanno insultato gli ex partner sui social, persone che in preda a una crisi di nervi spaccavano tutto… Insomma controlla le tue emozioni!

4. Rispetta gli altri: rispetta i punti di vista e le opinioni degli altri, anche se non sei d’accordo. Sii comprensivo e diplomatico nei tuoi commenti. Da uno scambio di opinioni contrastanti possono nascere interessanti dibattiti costruttivi per tutti!

5. Questa regola è FONDAMENTALE! Controlla ciò che pubblichi: prima di pubblicare qualcosa, chiediti se è appropriato e se vuoi che sia visto da tutti. Chiediti anche come reagiresti se lo pubblicasse un’altra persona!
Anche se i social sembrano immediati, non lo sono.

Applica sempre un filtro, prenditi un momento per riflettere su ciò che stai per “gettare in pasto” alla rete!

In chiusura, e qui sarò breve, ricorda che i social network sono una rappresentazione pubblica di te stesso, quindi devi sempre essere consapevole di ciò che pubblichi!

Allego questo video in cui si parla della sensazione di inadeguatezza che spesso si prova quando si osserva la vita degli altri nei social media.

Mario Soldati Prato di papaveri

Essere influencer si o no? Leggevo i diari di Mario Soldati e mi ha colpita in modo particolare una sua riflessione, attualissima, riguardo la fama.

Influencer business nel 1956?

Mario Soldati

Qual è il fenomeno più spiacevole tra gli importanti o il più importante tra gli spiacevoli, dal 1946 al 1956?

 

Certo, il trionfo, sempre crescente, della fama fatua. Divi del cinema, atleti, uomini politici, criminali, adulteri, vincitori di lotterie, ecc. raggiungono, nel giro di poche ore, notorietà nazionali e, qualche volta, mondiali.

 

Molti si lamentano, e molti biasimano apertamente, su giornali e riviste, questo dilagante costume. Tuttavia, non c’è nessun segno che si tratti di un fenomeno passeggero; nessuna speranza ch’esso diminuisca. Anzi: lo scandalo pubblicitario aumenta di potenza ogni anno, ogni mese; e ciò che, volta per volta, si dice e si stampa contro di esso, non gli nuoce e non lo combatte neanche, ma lo nutre e lo aiuta a prosperare. Se certi fatti sono sciocchi o vergognosi, sarebbe molto meglio, anziché proclamare e pubblicare che sono sciocchi e vergognosi, semplicemente non parlarne.

 

Ma ci comportiamo, tutti, proprio nel modo opposto. Perché? Vuol forse dire che non si trovano più, tra noi, o si trovano sempre meno, uomini onesti?

 

Abbiamo cercato di riflettere su questo problema. E siccome è nostra opinione profondamente radicata che l’uomo, nei secoli, non migliora e neppure peggiora mai, abbiamo concluso che il moderno trionfo della fama corrisponde a qualche riposto, irresistibile, irrefrenabile bisogno dell’umanità. E come mai, allora, questo bisogno sta venendo fuori soltanto adesso? Ma evidentemente, perché prima, trovava altre vie di sfogo. C’è sempre, una legge di compenso.

 

E quale sarebbe questo bisogno?

 

Il bisogno della diseguaglianza: che nell’uomo è almeno altrettanto forte del bisogno di eguaglianza; ma che, in un’epoca, come la nostra, in cui i popoli e le classi fanno passi da giganti verso l’eguaglianza, si trova grandemente umiliato, e cerca con ogni mezzo di riprendersi e tornare a livello dell’altro bisogno suo fratello gemello, oggi universalmente vittorioso.

 

Mario Soldati, 7 gennaio 1956

 

Essere o apparire, quindi?

Di certo essere ma anche apparire.

Gli influencer con vite patinate a bordo piscina, senza problemi e senza pensieri sono morti.

O meglio.

Non sono mai esistiti.

I social servono per comunicare CHI SIAMO tenendo però conto del modo in cui lo comunichiamo.

Avere una vita piena, anche a bordo piscina può essere narrato MA senza fingere.

Perché le bugie, Collodi insegna, hanno le gambe corte e prima o poi tornano indietro.

Con gli interessi.

 

Sui social, anche se sembra, la comunicazione non deve e non può essere immediata. Fatta eccezione per le Storie che narrano momenti del quotidiano e in cui è lecito mostrare la propria quotidianità.

A parte le Storie occorre pesare bene le parole e l’immagine che non deve essere perfetta ma neppure di scarsissima qualità.

Lo scritto di Soldati, così indietro nel tempo, parliamo del 1956, mi ha fatto riflettere su come, da sempre, in tanti cerchino di emergere su basi non rilevanti.

Dove sono finite le persone oneste?

Come detto qualche tempo fa, ognuno di noi è influencer.

Quante volte avete consigliato un film o una ricetta a parenti e amici?

Quante?

Essere.

Apparire come si è.

Trasmettere valori, emozioni.

Creare empatia, sinergia.

Trovare la strada per mostrarsi esattamente come si è.

Questo dovrebbero essere i social.

E anche la chiave per il successo.

 

Tutti vogliono diventare influencer ma sapevi di esserlo già?

No?

Che non sei nulla di speciale lo hanno detto in tanti, troppi anche se chiaramente non è così!

La mia maestra di matematica delle elementari, la prof. di greco al liceo, tutti quelli che mi hanno giudicata senza conoscermi.

Tutte queste persone hanno cercato di annientarmi.

Di rovinare la mia autostima.

La mia voglia di fare.

Sbagliavano, loro, non sapendo che sono tante cose ma non una che si arrende davanti a un giudizio negativo.

Queste persone mi hanno dato un forte senso critico, per questo mi sono spesso interrogata -e tutt’ora rifletto- sui miei punti di forza.

Su come accettare le mie debolezze per trasformarle in qualcosa di buono.

I’m only human after all

Per esempio ho sempre desiderato scrivere e lavorare in radio e, in un certo senso, ciò che faccio non è così lontano dal mio grande sogno.

Influencer On e Off line

Pensa a quando, magari davanti a una pizza, hai condiviso una tua personale recensione di un disco, un libro o un film e i tuoi amici si sono incuriositi a tal punto da acquistarlo!

A me è successo.

Ho incuriosito e influenzato delle persone a tal punto da convincerle a comprare qualcosa!

Se ti domandi come trasmettere agli altri il tuo sapere, la risposta è semplice, ti servono un pc e una connessione internet a cui dovrai aggiungere una serie di tattiche e strategie che ti aiutino a spiegarti meglio.  Se non sei navigato, potrai farti aiutare da professionisti di settore come grafici, social media manager,  esperti SEO.

Queste persone sapranno indirizzare il tuo messaggio nei giusti canali valorizzando i tuoi contenuti!

Se farai un buon lavoro, ogni tua passione, anche assurda, di nicchia, incomprensibile per tanti, potrà essere condivisa e apprezzata da persone come te.

Di fatto le passioni sono come i fiumi, puoi arginarle, costruirci sopra una vita diversa ma alla fine saranno loro a riprenderti e a portarti nella giusta direzione!

studio diverso

È su instagram che spesso incontro “colleghi” e persone che fanno più o meno il mio lavoro. Così ho conosciuto la persona che vi presento oggi. Dopo essermi appassionata alle sue stories, ho fatto una chiacchierata con Sabrina di Studio Diverso che si occupa prevalentemente di grafica e social media.

Vedo ancora gestori di pagine che non rispondono al loro pubblico nei commenti, non ringraziano, non interagiscono.

1. Vorrei cominciare questa intervista chiedendoti: di cosa si occupa Studio Diverso?

Studio Diverso si occupa di grafica cartacea e web, gestione pagine/account social per PMI e professionisti e – ancora – siti web. Dico “ancora” perché negli ultimi tempi mi sto specializzando sui social media, settore che preferisco. Stare dietro a TUTTO, continuando a fare anche lavoro di grafica pura, sta diventando un po’ complicato. Questo perchè Studio Diverso sono solo io, Sabrina Giovanella, freelance dal 2011. Quello dei siti web, con le nuove regolamentazioni privacy, è un settore che mi piace sempre meno e che sto pensando di delegare completamente a collaboratori esterni mantenendo la sola attività di coordinamento e gestione del cliente.

2. Come mai questo nome?

Sono da sempre sensibile all’argomento diversità e mi piaceva l’idea di inserire questa parola nel marchio. Ho scelto l’asterisco come simbolo identificativo – al posto dell’ultima lettera finale, la cui forma circolare ricorda la O – in quanto carattere jolly in informatica, che sostituisce un carattere o un gruppo di caratteri. Per comodità lo chiamo Diverso ma potrebbe essere Diversa, Diversi o Diverse.

3. Parliamo di Social media marketing: tra i tuoi servizi figura la gestione dei social media. Qual è il profilo tipo della tua clientela?

I miei clienti sono piccole aziende, startup o liberi professionisti che hanno un progetto da sviluppare. In altri casi sono aziende del mio stesso settore più strutturate che internamente non hanno il reparto grafico o che preferiscono delegarlo ad un collaboratore esterno. Mi trovo spesso a lavorare a creazione di nuovi loghi, impaginazione di cataloghi, creazione grafiche per packaging oltre a svolgere attività di gestione social media. Chi si affida a Studio Diverso per la gestione della propria pagina facebook o profilo instagram avrà il pacchetto completo che comprende: creazione ed elaborazione di immagini o foto, contenuti testuali (copy), gestione sponsorizzate, statistiche e analisi mensili.

4. Quali sono a tuo parere gli errori comuni che professionisti aziende compiono nella gestione delle proprie pagine social?

Un errore molto comune e banale che riscontro ancora, ad esempio sulle pagine facebook, è l’errato ridimensionamento delle immagini di profilo e di copertina, che non tiene conto del lato responsive. Inoltre vedo ancora gestori di pagine che non rispondono al loro pubblico nei commenti, non ringraziano, non interagiscono. Coltivare i rapporti sui social è fondamentale perché chi ci scrive si aspetta una nostra risposta proprio come accadrebbe vis-à-vis:rispondere è prima di tutto una questione di buona educazione.

Altri errori comuni sono:

– la cancellazione di commenti negativi o risposte esageratamente “piccate”; Il social media manager non può permettersi di essere permaloso, almeno non sul lavoro!

– l’abbandono della pagina. Partire con un grande entusiasmo e arenarsi dopo pochi mesi è molto frequente.

– il non corretto uso di hashtag (su instagram, perchè su facebook sono praticamente inutili)

– il rubacchiare contenuti altrui senza citare fonti

– non prestare adeguata attenzione nei contenuti testuali alla grammatica e alla sintassi.

5. Parliamo di immagine. Studio Diverso si occupa anche di grafica e costruzione di siti web. Che ruolo ha l’immagine nella presentazione del proprio lavoro sul web?

L’immagine sul web, che sia un sito o una pagina social è di fondamentale importanza perché dà subito una prima impressione di ciò che siamo, di cosa ci occupiamo e di come ce ne occupiamo. Come diceva Wilde Non esiste una seconda occasione per fare una buona prima impressione. Se navigando alla ricerca di un fornitore mi imbatto in un sito degli anni 2000, creato in flash con la musichetta e il logo palesemente scansionato dal biglietto da visita, bè… certamente una prima impressione me la faccio e non è di certo fantastica.

Altro esempio: se il nostro sito o i nostri profili aziendali social contengono solo immagini prese da stock, non va bene. Vedo pagine di ristoranti con immagini dei piatti palesemente acquistate sui database fotograficiormai gli utenti sanno riconoscere le foto autentiche e personalizzate da quelle che si possono reperire online. L‘acquisto di foto da stock non è di per sé un male ma per un’attività è preferibile investire in un servizio fotografico dal momento che le cifre non sono inavvicinabiliSe proprio non si vuole investire, occorre armarsi di pazienza, creatività e di un buon telefono di ultima generazione e provare a scattare foto convincenti,accattivanti e reali. Le persone apprezzeranno.

6. Quali sono, secondo te, i rischi, se ci sono, per un’azienda o un professionista che decide di non essere presente sui social media?

Non essere presente al giorno d’oggi sul web o sui social media equivale a non esser stato presente sulle pagine gialle 20 anni fa. Ossia, non esistere agli occhi di chi cerca un determinato servizio/prodotto. Se io, potenziale acquirente non ti trovo online, non comprerò il tuo servizio/prodotto. E se non compro tu non fatturi. E se non fatturi, chiudi. Non affidiamoci solo al passaparola, anche se operiamo in piccoli paesini di provincia dove è più facile che tutti si conoscano. Il passaparola è senza dubbio un metodo molto efficace di pubblicità, forse uno dei più potenti, che resisterà nei secoli. Se una mia amica va in un centro estetico, si trova bene e me ne parla, al 99% quando anche io avrò bisogno di un centro estetico andrò lì. Purtroppo però il passaparola non dipende da noi:è un metodo passivo, che possono cioè fare gli altri parlando della nostra attività. Quello che possiamo fare noi è farci vedere, farci trovare, esserci nel momento in cui una persona necessità di un nostro servizio. Se una persona cercando il nostro prodotto sul web non troverà noi, troverà di sicuro un nostro concorrente che si è dimostrato più lungimirante.


Ci sono casi particolari di aziende che di recente hanno scelto di non comparire più sui social media per determinati motivi. Un esempio è Lush, famosa azienda di prodotti cosmetici, che ha deciso di abbandonare tutti i profili social per non essere più “schiava” degli algoritmi e smettere di pagare per apparire nel feed dei propri follower. Tuttavia queste g
randi aziende, conosciute a livello mondiale,hanno sempre strategie pubblicitarieben definite e capacità di investimento molto elevate e diversificate e possono quindi permettersi anche di scomparire dai social. Non vedo l’ora di vedere nei prossimi mesi come si svilupperà il loromarketing 😉

  1. Dovendo dare un consiglio a un professionista o azienda che sta per aprire una pagina sui social media, che cosa gli diresti?

Se ha intenzione di occuparsene direttamente, in maniera autonoma, i miei consigli sono:

• essere costante: pubblicare e aggiornare spesso il profilo,pianificando i contenuti. “Spesso” non vuol dire necessariamente più volte al giorno o ogni giorno ma con una cadenza regolare.

• dedicare tempo al progetto: Creare contenuti è molto impegnativo: trovare la foto o la grafica giusta, scrivere il testo in maniera interessante e corretta senza scopiazzare è davvero un lavoro.

• avere pazienza: i risultati non saranno immediati ma non per questo si deve abbandonare o demordere dopo pochi mesi. Perseveranza!

Se questi tre punti dovessero risultare troppo impegnativi nel lungo periodo, non c’è altra soluzione che rivolgersi a qualcuno che se ne occupi in maniera professionale. Come Studio Diverso! 😉

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